RICOSTRUZIONE STABILIMENTO LAVORAZIONE CARNI, OSPEDALETTO LODIGIANO
2015-2016
committente
CARNITALIA SRL
attività svolte
PROGETTO PRELIMINARE, DEFINITIVO, ESECUTIVO, DIREZIONE LAVORI, SICUREZZA
gruppo di lavoro
archh CLAUDIO e CARLO CASTIGLIONI, CLAUDIO NARDI con LUCA BOLDETTI
consulenti
strutture ca e acciaio SICAD SRL ing MARCO LUCCA; strutture in legno UT RUBNER SPA
impianti tecnologici VARESECONTROLLI SRL ingg CARLO ASCOLI e DARIO BELLOCCHIO
linee di produzione BULGARELLI ENGINEERING TRADE SRL; TECAL SRL; TRAVAGLINI SPA
slp 11.240 mq
photo SIMONE SIMONE e STUDIO CASTIGLIONI & NARDI AA
L’incendio che il 22 febbraio 2015 ha distrutto lo stabilimento alimentare preesistente, realizzato in tre lotti a partire da 1990, ha dato l’avvio ad un processo che, a fare corso dal luglio 2015 (successivamente alla rimozione del sequestro giudiziale ed alla demolizione e sgombero delle rovine), ha condotto, nell’aprile 2016, a riavviare la produzione in un edificio completamente riconfigurato e tipologicamente e funzionalmente rinnovato ed ampliato. Grazie alla febbrile attività, alla caparbia dedizione all’obiettivo finale, al serratissimo coordinamento operativo tra proprietà, progettisti, DL ed aziende delle diverse specialità (oltre cento le ditte coinvolte attraverso separati appalti), è stato realizzato, in nove mesi, un complesso tecnologicamente innovativo e formalmente non convenzionale. La ricostruzione è avanzata orizzontalmente alternando in rapida sequenza (entro tempi e spazi minimi) le diverse forniture specialistiche a loro volta puntualmente anticipate dalle definizioni progettuali in progressivo divenire. Le separazioni temporali e spaziali sono state subordinate solo al rispetto delle essenziali condizioni di sicurezza (si è verificato un solo incidente importante causato da negligenza individuale indipendente dalle condizioni del cantiere che, difatti, non ha subito interruzioni da parte delle autorità competenti).
La catena di appalto non comprendeva la figura del General contractor, pertanto, l’organizzazione logistica dei servizi comuni di cantiere è stata affidata all’impresa edile che si è occupata di allestire e gestire i sistemi ed i presidi di sicurezza, di igiene ed energetici ripartendone proporzionalmente i costi in funzione dell’entità degli appalti e dei tempi di permanenza in cantiere di ciascun fornitore.
Per la costruzione della struttura portante (comprendente travi di oltre 50 m), dell’involucro di copertura e di facciata si è completamente ricorsi al legno (scelto per rapidità di esecuzione oltre che per ragioni di sostenibilità). Tutte le tecniche costruttive adottate, ad eccezione delle opere interrate, sono state di tipo “a secco”: una scelta che ha velocizzato i tempi di costruzione e che faciliterà i futuri adattamenti distributivi e tecnologici che si succederanno, a causa delle mutevoli richieste provenienti dalle catene commerciali di distribuzione in qualità di interpreti e promotrici delle esigenze e dei gusti dei consumatori.
La conformazione architettonica dell’edificio è strettamente dipendente dalla organizzazione funzionale. Il livello di ricevimento e di lavorazione della materia prima e di conservazione e spedizione del prodotto finito si trovano al piano rialzato. Il piano seminterrato è riservato alle centrali tecnologiche di potenza e sicurezza (caldo, fluidi, elettricità, vapore, antincendio, ecc.), ai depositi ed ai servizi al personale (spogliatoi e mensa). Il livello, superiore (sottotetto) è occupato dalla distribuzione delle linee elettriche, dell’aria, dei fluidi, oltre che dalle unità di trattamento aria (collocate su ampi aggetti laterali). Il sistema funzionale e distributivo determina la peculiare sezione in forma di “T” dell’edificio.
Le pareti dell’involucro esposte all’acqua sono rivestite in aggraffato di alluminio (copertura), aggraffato di zinco-titanio (facciate) mentre i profondi sottogronda degli sbalzi laterali (oltre 8 m di aggetto) ed i tratti inferiori (protetti dalla pioggia) delle pareti sono rivestiti con pannelli “faccia a vista” di larice colore antracite. Le pareti ed i soffitti dei reparti di lavorazione e conservazione (con temperature interne costanti comprese tra -20° e +8° centigradi) sono realizzate con pannelli frigoriferi modulari di spessore 10/12 cm in schiuma polisocianurato PIR; questi pannelli sono associati, per le principali compartimentazioni al fuoco, con pannelli di 20 cm di spessore in lana di roccia. I soffitti dei reparti, così come le guidovie a servizio delle aree di arrivo, conservazione e smistamento della materia prima, sono integralmente sospesi alle travi orizzontali di copertura che hanno luce intermedia fino a 36 m e sbalzi laterali di oltre 8 m. Gli uffici direzionali ed amministrativi sono contenuti in una palazzina a due piani affiancata allo stabilimento. Gli uffici di reparto (controllo qualità) sono collocati a quota sopraelevata e sono collegati direttamente con il primo piano della palazzina uffici. Una grande scala in acciaio zincato dalle fattezze volutamente scultoree (lato est fronte autostrada) da accesso al piano tecnologico posto nel sottotetto ed alla copertura stessa (predisposta per impianto fotovoltaico da 100 kw). Due portoni aerei motorizzati (uno per lato) consentono la manutenzione e/o sostituzione dei macchinari localizzati nel sottotetto. Una teoria di scale e passerelle perimetrali in acciaio zincato consente l’evacuazione delle aree di lavorazione poste a quota rialzata (+1,60 circa). Un ponte di ampie dimensioni permette l’ingresso/uscita dei macchinari di lavorazione aventi dimensione maggiore a quelle delle baie di carico dei bilici. Il fronte est (lato autostrada) è caratterizzato da una sequenza di portali di controvento che hanno permesso di recuperare le strutture in CA del piano seminterrato dell’edificio preesistente sgravandole da compiti statici che, a seguito dell’incendio, non erano più in grado di assicurare. L’evacuazione delle acque della copertura è realizzato con sistema a depressione che consente di realizzare una rete priva di pendenze sub orizzontali e di contenere sia i diametri delle tubazioni sia il numero dei pluviali (in numero di cinque per un totale di circa 10000 mq).